Sessanta minuti che non ti aspetti. I fuochi d'artificio sono stati esplosi tutti nel Championship di gennaio. New Orleans e Minnesota riescono ugualmente a dare vita a uno spettacolo di football nudo e crudo. Molta difesa. Tanti errori. Comprensibili quelli dei Vikings. Brett Favre avrà bisogno di un paio di partite per rimettersi in sintonia con i suoi ricevitori (emblematico il caso di Percy Harvin, tra i bersagli preferiti 2009, pessimo nell'esordio). Sorprendenti quelli di Garrett Hartley. Il kicker eroe del Championship fallisce due field goal. Uno complesso, l'altro facile. Avrebbe chiuso prima un match che i campioni in carica hanno gestito con una strategia degna di coach Sean Payton. Tre sole corse nel primo tempo (mai nessuno l'aveva fatto l'anno scorso, minimo erano state 4) ribaltate con ampie dosi di Pierre Thomas nella ripresa. Ha funzionato.
Note sparse: io avrei dato la ricezione a Jim Kleinsasser, dal megareplayravvicinato (scusate il neologismo ma sono rimasto affascinato) è chiaro che mette le mani sotto l'ovale. Poi si gira ed è difficile valutare se il cuio accarezzi il sintentico. Di mio l'avrei comunque premiato come aveva fatto il primo arbitro che ha fischiato. Esagerato Favre sull'intercetto di Vilma. Non deve vincere lui le partite. Non adesso. Linea offensiva di Minnesota tutto sommato positiva. Inquieta l'acciacco di Bryant McKinnie. Ottima la protezione dei Saints, tanto da far sembrare sotto tono la trincea viola. Restando sulla sideline di Brad Childress: inizio disastroso di Ashley Allen. Lievemente migliorato sul finire. Rivedibile la scelta di sovraccaricare Adrian Peterson, anche se è chiaro che il fulcro dell'attacco minnesotiano sarà lui. Manca una riserva all'altezza: Chester Taylor non era un lusso, era fondamentale. Toby Gehrart dovrà fornire un apporto più sostanzioso di Albert Young. Sul fronte dei santi, estremamente fluida la situazione ricevitori. Tutti hanno un'occasione. Compiti divisi anche per Reggie Bush e Pierre Thomas.
venerdì 10 settembre 2010
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